Français: la chasse de l'armée vaincue
Deutsch: Der Verfolgung der geschlagenen Armee
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Con il presente intendo iniziare un nuovo filone di post. Il mio obiettivo è rappresentare plasticamente quanto mirabilmente descritto da Carl Phillip Gottlieb von Clausewitz. Prima attore e poi descrittore delle tattiche e strategie in epoca napoleonica nella sua opera Vom Kriege (Della Guerra).
Con questo primo post presento quanto illustrato nel "Libro 4° capitolo XII° - Mezzi strategici per sfruttare la vittoria". Ossia l'inseguimento dell'esercito sconfitto.
Il Clausewitz riassume che sino all'avvento di Napoleone l'esercito sconfitto, o meglio battuto, si ritirava e quello vittorioso si limitava ad occupare il campo di battaglia. Mentre le guerre napoleoniche avevano il fine di "atterrare" l'esercito nemico e non solamente di batterlo. Quindi il fine ultimo era quello di "distruggere" l'esercito nemico e non solamente fargli "cedere il campo".
Nel capitolo preso in considerazione Clausewitz afferma che vi sono 3 mezzi strategici per sfruttare la vittoria:
1: inseguimento dell'esercito nemico da parte della cavalleria. Questo mezzo ha sicuramente dei vantaggi: porta scompiglio nelle file nemiche e può trasformare la ritirata in rotta. Ma presuppone che si abbia una cavalleria sufficientemente numerosa ed, inoltre, questa tattica non può durare più di un giorno in quanto la cavalleria senza il supporto dell'intero esercito diventa vulnerabile.
2: inseguimento dell'esercito nemico da parte di una forte avanguardia formata dalle 3 armi (fanteria, cavalleria e artiglieria) che effettuano una pressione continua sulla retroguardia nemica senza dargli tregua. Questo mezzo tattico prevede un periodo a breve termine se non supportato dall'esercito che, ripresosi dalle fatiche della battaglia, dia supporto.
3: inseguimento dell'intero esercito che effettui pressione più o meno forte in base alle condizioni generali. Questo mezzo strategico può durare più a lungo.
Teniamo presente che l'esercito in ritirata ha un obiettivo logistico da raggiungere (città, fortezza, esercito alleato) quindi l'inseguitore deve stare attento a non perseguire scioccamente il proprio obiettivo per non correre il rischio di cadere in trappola. Il vero obiettivo è quello di raccogliere prigionieri (sbandati, feriti, disertori) e materiali (cannoni, carriaggi, fucili etc). Ciò renderà sempre più debole il nemico.
Esercito in ritirata inseguito dall'esercito vincitore |
1: inseguimento semplice con minima pressione sul nemico. Obiettivo: raccogliere quanto l'esercito nemico lascia dietro.
2: inseguimento con forte pressione se si ha la speranza di far trasformare la ritirata in rotta con conseguente disfatta dell'esercito nemico.
3: marcia parallela. Questa tattica presuppone l'intenzione strategica di far deviare il percorso dell'esercito nemico e condurlo in una trappola o comunque lontano dal proprio obiettivo. Il fine strategico è quello della resa dell'esercito nemico o la sua disfatta su un altro campo di battaglia. Difficilmente questa tattica è adottabile contro grandi eserciti.
Di seguito alcune immagini che illustrano quanto descritto:
Caso 1: Inseguimento semplice con minima pressione sul nemico in fuga.
Caso 1: cavalleria che insegue l'esercito sconfitto |
2: retroguardia che cerca di arginare la cavalleria inseguitrice
3: cavalleria inseguitrice
Caso 2: Inseguimento del nemico in fuga con forte pressione.
Caso 2: intero esercito inseguitore |
2: retroguardia che limita l'azione dell'avanguardia inseguitrice
3: avanguardia inseguitrice che effettua pressione sulla retroguardia dell'esercito sconfitto
4: esercito vincitore che supporta l'avanguardia
Caso 3: Marcia parallela con pressione laterale per indurre la direzione o tagliare la strada.
Caso 3: marcia parallela dell'esercito vincitore |
2: retroguardia dell'esercito battuto
3: esercito vincitore che marcia parallelamente e tenta di forzare la direzione di marcia
4: distaccamento dell'esercito vincitore che insegue l'esercito sconfitto per fare pressione e raccogliere quanto lasciato alle spalle
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